mercoledì 15 agosto 2012

Le Slap

Sto perdendo il conto dei giorni, delle ore, dei minuti.
Mi manca come l'aria, mi manca nella carne, mi manca così profondamente che per quanto mi sforzi non riesco ancora a mangiare. Non riesco a liberarmi dalla morsa che mi stringe lo stomaco da quella sera.

Sento la sua voce. La sua noncuranza nei confronti del pericolo che gli pende sul capo. La noncuranza nei confronti della sua vita.
Sento di nuovo il mio dolore. Il terrore lancinante di perderlo. Di perdere anche lui. Sofferenza bruciante che scava nelle viscere.

Chiudo gli occhi, e la prima cosa che vedo è la mia mano che cala sonora sulla sua guancia. Lo schiocco dello schiaffo, il suo viso che si gira e poi i suoi occhi algidi, dilatati e colmi di stupore e silenzio, su di me.
Per quanto siamo rimasti a guardarci in quel silenzio roboante, entrambi sbalorditi dal mio stesso gesto?

Ne sento ancora l'eco, mi rimbomba nelle orecchie più tumultuosa del battito del mio cuore e del suo, impazziti insieme e così perfettamente decifrabili se solo avesse avuto il coraggio di dirmi la verità.

Mi ha mentito guardandomi negli occhi, plasmando parole smentite dal suo sguardo urlante alla menzogna. Mi ha mentito ed io lo so, lo sento nell'anima, lo sento nelle viscere, l'ho visto nei suoi occhi,  l'ho sentito nel modo in cui mi ha baciato, in cui mi ha tenuto stretta e poi è rimasto lì a guardarmi uscire da quell'ufficio, spezzata dalle sue stesse bugie.

Ancora non riesco a credere di avergli riversato addosso quel fiume di parole inarrestabile. Di avergli detto tutto. Di essermi aperta e scoperta in quel modo.

Vederlo con quella donna mi ha sconvolto. Questa è la verità. Ha squarciato qualsiasi dubbio io ancora tenessi dentro di me, mi ha aperto gli occhi e non mi è più stato possibile mentire a lui o a me stessa.

Mi ha chiesto di perdonarlo per ciò che ho visto.
In verità sono quasi felice che sia accaduto. Almeno, adesso, posso dare un nome a ciò che sento.
Almeno, adesso, Lui sa come lo so io.

E mi ritrovo qui, da sola, a fissare un letto vuoto e le mie braccia senza di Lui, tenuto a distanza dalle sue paure.
Lo avrà capito, che continuerò ad aspettarlo?

Ma non mi accontenterò. Non più.