giovedì 23 agosto 2012

Promesse

Hall Point, Agosto 2514


L'ufficio è silenzioso, la porta chiusa tiene distante il resto del mondo ma sarebbe pronta a spalancarsi per accogliere Lui, se dovesse liberarsi dai suoi impegni.

Mi godo questo momento di solitudine al termine di una giornata piuttosto intensa, in cui entrambi abbiamo pagato il prezzo del tempo che ci siamo presi a Cap City, solo per noi. per una sera, per una notte insieme, da soli, lontani dallo Skyplex, dalle preoccupazioni, da ogni genere di pensiero.

Luce soffusa, il lettore multimediale che riproduce un arrangiamento per arpa di Rachmaninoff, note piacevoli che riempiono l'aria lasciandomi la possibilità di rilassarmi tra una pratica da sbrigare e l'altra.
Ma la mia mente vola via; sulle ali di pensieri che non riesco a fermare.

Questo pomeriggio è accaduto un fatto curioso, mentre ero al Roadhouse in compagnia di Gab.
Ad un tavolo non distante da noi si stava svolgendo una piccola festa di addio al nubilato. Le amiche della futura sposa l'hanno spinta ad accettare una scommessa, riguardo la possibilità di dare un bacio a Gabriel.
Una ragazza giovanissima, non credo avesse più di vent'anni. Occhi di un azzurro così intenso che mi hanno ricordato quelli di Quinn, e capelli altrettanto biondi. Ho temuto che Gabriel potesse svenire dall'imbarazzo, quando ho visto quanto rosso è diventato il suo viso!
Ma è stato al gioco, e ne sono felice. A volte ho l'impressione che dietro a quella sua timidezza assoluta si celi chissà quale brutto ricordo, chissà quale infelice esperienza. Mi auguro semplicemente che, di qualunque cosa si tratti, riesca a lasciarselo alle spalle. A crescere. Vivere.

Come quella giovane futura sposa la cui felicità era palpabile.

Guardarla, mi ha fatto un effetto strano. 
Non ho potuto fare a meno di ripensare a quello che mi ha detto Brent, l'altra notte. Le sue parole sono stampate nella mia mente e ancora di più nel cuore, per la forza con cui si sono riversate su di me, totalmente inaspettate. Sincere. Sentite. Specchiate nell'azzurro dei suoi occhi, oltre il ghiaccio che offre al resto del mondo. In quel fuoco che arde solo per me.



"Sei... la prima donna, Melie, che mi fa desiderare di avere una vita di coppia normale ... Fedeltà... dedizione... sincerità... 
Eppure so... che non saremo mai una coppia normale...  Tu non mi hai chiesto promesse... io all'improvviso voglio fartene. Ma so anche che Hall Point sarà la mia condanna a morte, Melie... non che cuore posso farti promesse, sapendo che prima o poi... "

L'ho guardato. Credo di essere rimasta a lungo senza dire nulla. Incapace di sciogliere il fiato per il groppo di emozione che mi si è formato in gola. Il cuore ha perso la ragione, pulsando a ritmi del tutto scombinati. Ho sorriso. Ho sentito, dentro, una gioia così pura, così potente da fare quasi male. 
Può lacerare la felicità?
Sì.
Quel "prima o poi..." ci accomuna. Ho cercato di dirglielo. 
Siamo entrambi legati ad Hall Point. A doppio filo. E l'uno all'altra. Ed io...io stessa ho i miei fantasmi da affrontare.
Non oso pensare a cosa accadrebbe se gli succedesse davvero qualcosa. Se proprio adesso che ci siamo ritrovati, che abbiamo compreso quello che ci unisce, che ci stiamo permettendo di viverlo ..mi venisse strappato via. 
Ma non voglio lasciarmi condizionare. Voglio amarlo. Fargli tutte le promesse del mondo. Accettare le sue.


"Non credevo potesse accadere... ma sono contento sia successo."
Non lo credevo nemmeno io.
Non credevo nemmeno possibile che avrei potuto di nuovo amare, e che sarei stata capace di farlo così profondamente come mai era accaduto prima. Ma la felicità che provo, quel calore così intenso da farmi tremare il cuore e le ginocchia ogni volta che mi guarda, mi fa capire che è tutto reale. 
Così come la gelosia strisciante, che scava la carne insieme al tremendo terrore di perderlo.
L'ho ascoltato, in silenzio. Suoni pacati e sinceri, privi di alcun velo.
Le sue mani sulla mia pelle, i miei occhi nei suoi.


"Ieri Sabina Dufour è venuta da me... "
Mi chiedo quanto sia evidente la necessità che ho di controllare me stessa ogni volta che odo pronunciare quel nome. Non credo di essere mai stata così gelosa...così furiosa, prima. 
" Mi ha fatto capire chiaramente che, se fossi stato disponibile, non avrebbe esitato a ... concedersi .  Ma vistati rifiutata ha... reagito male, direi ."


L'unico motivo per cui non perdo il controllo è lì, disteso sul letto al mio fianco e mi sta dicendo che ha rifiutato una donna bellissima, perché mi ama. Ed ha scelto me.
"Mi ha accusato di farmi forza della protezione che mi da Hall Point... e lì ho capito... Hall Point è tutto fuorchè un rifugio sicuro per me... ma è anche la mia vita ormai. Grazie a Donna ."

Non so quale tra le due cose mi ha lasciato più spiazzata. Se il rendermi conto che la stizza per il rifiuto ha portato così fuori strada quella donna, che dimostra di non avere capito proprio nulla di lui...oppure percepire tutto quel risentimento verso Donna.
So quanto lui la amasse. So quanto lei lo ha ferito, lasciandolo solo. Non mi aveva mai lasciato percepire quanta rabbia si porta dentro. Mai fino ad ora.
Credo sia pari alla mia, se non maggiore, nei confronti di Jan.


 "Voglio vivere ogni cosa con te, Melie... ma voglio anche essere sicuro di poterti dare delle sicurezze, e non di aggiungere rischi e minacce."

Mi sono persa a guardarlo. Rendendomi conto, una volta di più, di amarlo così profondamente che sarebbe impossibile descriverlo. Mi toglie il fiato. Mi stordisce.
Mi sono persa nei suoi occhi e gli ho detto ciò che avrebbe già dovuto sapere.
L'unico rischio che non voglio correre è quello di perderlo.
Tutto il resto posso affrontarlo. Possiamo farlo insieme. Che quello che voglio è che lui cerchi di restare vivo. Che si impegni con tutta l'anima per rendere l'impresa impossibile a chi vuole la sua fine.
Che se tutto il resto significa che resterò legata ad Hall Point per tutta la vita, insieme a lui, allora va bene così. Perché la mia casa è ovunque ci sia Brent.

Ho anche ammesso di non comprendere per quale motivo quella donna abbia dovuto muovergli certe accuse, soltanto in virtù di un rifiuto. Che non mi fido di lei.



"Non ti fidi perchè vuole portarmi a letto? Mi ha scritto... si è detta mia amica e si è scusata per quelle accuse. Non mi sento di sbatterle la porta in faccia, ma... non mi fido nemmeno io."

Anche. Ma soprattutto perché qualcosa in lei mi sfugge. E saperla tanto in confidenza con quell'uomo non mi tranquillizza di certo. 
Ma non ci voglio pensare. Voglio godermi la sua vicinanza, voglio godermi il suo calore. Voglio godermi il fatto che dopo tanto tempo siamo, semplicemente, insieme.



"Ti chiedo scusa, Melie .  Ti chiedo scusa per aver tentato di sfuggire a questo sentimento... per averti mentito... per averti allontanata dopo averti amata come si ama la propria compagna, e non una semplice amante .  Forse l'ho fatto... per non dover affrontare questo discorso... questa realtà."


Sento gli occhi umidi. Il cuore fuori controllo.

"Ti ho già perdonato."






lunedì 20 agosto 2012

café et muffins au chocolat

Hall Point, 20 Agosto 2514



"Melie...con te è... diverso. Non è mai stato così, prima.
Non ho mai amato nessuna, nessuna...come amo Te." 

Me lo ha sussurrato questa mattina, intrecciato a me sul divanetto del mio alloggio,  amandomi come solo lui sa fare.
Un momento ritagliato per noi due soltanto, dopo avermi raggiunto del tutto inaspettato.

Avevo ancora i segni del cuscino sulla guancia, i capelli scarmigliati da leonessa dopo essermi agitata nel letto vuoto quelle poche ore di riposo ritagliate dopo aver ricevuto il suo messaggio ieri sera ed essere andata in ansia al pensiero del suo incontro con "Lei".... ed ha avuto il coraggio di dirmi, con quegli occhi che ha puntati su di me ed il suo sorriso più dolce,


"...sei bellissima"

Mi guardava sorridendo, con due muffin al cioccolato in una mano ed i caffè nell'altra. 
Ed io mi sono sentita sciogliere da una felicità così potente da essere quasi dolorosa.

Avevamo poco tempo a disposizione, ma siamo riusciti a parlare un po'.
Mi ha raccontato tutto quello che è accaduto ieri sera. Il suo dialogo con Miss Dufour, e quello che le ha detto.
Che il treno è passato, che lui ora è fedele ad un'altra donna. 
Non ha fatto il mio nome.
Ha paura per me, per noi.  Ancora di più adesso, con i sospetti che abbiamo.

Teme che se qualcuno venisse a sapere di me, di quello che ci lega, potrebbero rivalersi su di me per arrivare a lui. 
Vorrei tranquillizzarlo, dirgli che non succederà. 
Ma ormai ho imparato a non fare certe promesse, che il 'verse non è così benigno come pensavo e che la felicità ha un prezzo....e forse ha ragione ad essere così cauto.

Spero solo che mi ascolti, che ascolti Zoya, Electra..che non decida di andare da solo da quell'uomo.
Tremo al pensiero di quello che potrebbe accadergli.

Perché per me è lo stesso.
Non è mai stato così, prima.
Non ho mai amato nessuno, nessuno...come amo Lui.



venerdì 17 agosto 2012

Ensemble

Insieme.

Assaporo il gusto di questa parola cullandomi al ritmo del suo respiro.

Mi ha concesso un giorno di ferie; in virtù della notte trascorsa e del fatto che siamo stati lontani troppo a lungo ultimamente, e abbiamo entrambi desiderio di recuperare.
Lo guardo dormire accanto a me, così vicino da scaldarmi. Intrecciato a me anche nel sonno.
Lo guardo dormire accanto a me e mi sento sopraffatta da tutto quello che è accaduto. Da quello che sento.
Da questa paura che mi attanaglia e mi toglie il fiato al solo pensiero di poterlo perdere.
Lo guardo dormire accanto a me e chiudendo gli occhi non posso fare a meno di ripensare a tutto quello che è accaduto da quando ci siamo conosciuti.
Dalla prima volta che l'ho visto. 
Da quella prima notte a Greenfield...da quando mi tirò fuori da Safeport...e non posso fare a meno di chiedermi se non fosse, in realtà, un percorso che entrambi avevamo da compiere per permetterci di arrivare sin qui. In questo momento. 
A ciò che ci lega.

Sto ancora cercando di capire se è maggiore il mio desiderio di tirare il collo a Zoya per ciò che ha fatto, di scuoterla per cercare di capire come abbia potuto essere così crudele... oppure quello di ringraziarla per averlo posto in una situazione tale da fargli provare esattamente ciò che ho provato io, quando l'ho trovato insieme a quella donna.

Non lo avevo mai visto così.
Furioso. Al punto tale da minacciala fisicamente lì, allo Spazioporto, in mezzo agli occhi di tutti i curiosi pronti a cibarsi dell'ennesima rissa, con maggior gusto data la partecipazione dell'Head.
E' riuscito a trattenersi, ma non oso immaginare a cosa accadrà nel momento in cui se la ritroverà davanti nella quiete della palestra.

E lì, davanti a tutti, mi ha baciata. Mi ha presa per mano e mi ha portato via, senza altre parole.
L'ho seguito, senza una parola. 
Non avevo bisogno di chiedere nulla. Mi era stato sufficiente guardarlo negli occhi, e sentire il gusto eloquente del suo bacio. Il battito furioso del suo cuore.

Quando ci siamo ritrovati soli, è stato in silenzio a lungo. Ed io con Lui.
Per dargli il tempo di placarsi, e trovare le parole. 



"Sono un coglione....su questo aveva ragione..."

"Lo sei?..."


" Ma questo non mi impedirà di spaccarle la faccia. "


"Mi dispiace. Non avrebbe dovuto farlo."


"Non dispiacerti."......... "Ti ha baciata?"

Lo chiede con tono solenne, arrochito dalla tensione. Lo guardo, e non posso fare a meno di amarlo di più, mentre gli offro i miei occhi. La mia sincerità.

"No. Solo un bacio sulla guancia.  Immagino volesse farti credere qualcosa di diverso....Ma ti assicuro che se lo avesse fatto sul serio avrebbero sentito lo schiaffo anche al Bazaar."

Lui mi guarda, e nei suoi occhi leggo una disperazione nuova, che filtra nella voce  così bassa che persino nel silenzio fatico a sentirla.

"Se avesse fatto sul serio...se lo avesse fatto davvero...sarei stato capace di ucciderla. ....  Non...non sopporto l'idea di saperti con qualcun altro. "


Vorrei dirgli che lo capisco benissimo. Che ho provato la stessa cosa. Ma taccio, non credo di averne bisogno. Tutto quello che posso fare è guardarlo negli occhi, e rassicurarlo riguardo a qualcosa che dovrebbe già sapere.

"Io ho solo Te. ....Solo Te."


"Ti amo, Melie."



mercoledì 15 agosto 2012

Le Slap

Sto perdendo il conto dei giorni, delle ore, dei minuti.
Mi manca come l'aria, mi manca nella carne, mi manca così profondamente che per quanto mi sforzi non riesco ancora a mangiare. Non riesco a liberarmi dalla morsa che mi stringe lo stomaco da quella sera.

Sento la sua voce. La sua noncuranza nei confronti del pericolo che gli pende sul capo. La noncuranza nei confronti della sua vita.
Sento di nuovo il mio dolore. Il terrore lancinante di perderlo. Di perdere anche lui. Sofferenza bruciante che scava nelle viscere.

Chiudo gli occhi, e la prima cosa che vedo è la mia mano che cala sonora sulla sua guancia. Lo schiocco dello schiaffo, il suo viso che si gira e poi i suoi occhi algidi, dilatati e colmi di stupore e silenzio, su di me.
Per quanto siamo rimasti a guardarci in quel silenzio roboante, entrambi sbalorditi dal mio stesso gesto?

Ne sento ancora l'eco, mi rimbomba nelle orecchie più tumultuosa del battito del mio cuore e del suo, impazziti insieme e così perfettamente decifrabili se solo avesse avuto il coraggio di dirmi la verità.

Mi ha mentito guardandomi negli occhi, plasmando parole smentite dal suo sguardo urlante alla menzogna. Mi ha mentito ed io lo so, lo sento nell'anima, lo sento nelle viscere, l'ho visto nei suoi occhi,  l'ho sentito nel modo in cui mi ha baciato, in cui mi ha tenuto stretta e poi è rimasto lì a guardarmi uscire da quell'ufficio, spezzata dalle sue stesse bugie.

Ancora non riesco a credere di avergli riversato addosso quel fiume di parole inarrestabile. Di avergli detto tutto. Di essermi aperta e scoperta in quel modo.

Vederlo con quella donna mi ha sconvolto. Questa è la verità. Ha squarciato qualsiasi dubbio io ancora tenessi dentro di me, mi ha aperto gli occhi e non mi è più stato possibile mentire a lui o a me stessa.

Mi ha chiesto di perdonarlo per ciò che ho visto.
In verità sono quasi felice che sia accaduto. Almeno, adesso, posso dare un nome a ciò che sento.
Almeno, adesso, Lui sa come lo so io.

E mi ritrovo qui, da sola, a fissare un letto vuoto e le mie braccia senza di Lui, tenuto a distanza dalle sue paure.
Lo avrà capito, che continuerò ad aspettarlo?

Ma non mi accontenterò. Non più.










giovedì 9 agosto 2012

La nuit




Vieni, Notte antichissima e identica, Notte Regina nata detronizzata, Notte internamente uguale al silenzio, Notte con le stelle, lustrini rapidi sul tuo vestito frangiato di Infinito. 
Vieni vagamente, vieni lievemente, vieni sola, solenne, con le mani cadute lungo i fianchi, vieni e porta i lontani monti a ridosso degli alberi vicini, 
fondi in un campo tuo tutti i campi che vedo, fai della montagna un solo blocco del tuo corpo, cancella in essa tutte le differenze che vedo da lontano di giorno, tutte le strade che la salgono, tutti i vari alberi che la fanno verde scuro in lontananza, 
tutte le case bianche che fumano fra gli alberi e lascia solo una luce, un'altra luce e un'altra ancora, nella distanza imprecisa e vagamente perturbatrice, nella distanza subitamente impossibile da percorrere. Nostra Signora 
delle cose impossibili che cerchiamo invano, dei sogni che ci visitano al crepuscolo, alla finestra, dei propositi che ci accarezzano sulle ampie terrazze degli alberghi cosmopoliti sul mare, al suono europeo delle musiche e delle voci lontane e vicine, 
e che ci dolgono perché sappiamo che mai li realizzeremo. Vieni e cullaci, vieni e consolaci, baciaci silenziosamente sulla fronte, cosi lievemente sulla fronte che non ci accorgiamo d'essere baciati 
se non per una differenza nell'anima e un vago singulto che parte misericordiosamente dall'antichissimo di noi laddove hanno radici quegli alberi di meraviglia i cui frutti sono i sogni che culliamo e amiamo, 
perché li sappiamo senza relazione con ciò che ci può essere nella vita. Vieni solennissima, solennissima e colma di una nascosta voglia di singhiozzare, 
forse perché grande è l'anima e piccola è la vita, e non tutti i gesti possono uscire dal nostro corpo, e arriviamo solo fin dove arriva il nostro braccio e vediamo solo fin dove vede il nostro sguardo. Vieni, dolorosa, 
Mater Dolorosa delle Angosce dei Timidi, Turris Eburnea delle Tristezze dei Disprezzati, fresca mano sulla fronte-febbricitante degli Umili, sapore d'acqua di fonte sulle labbra riarse degli Stanchi. Vieni, dal fondo 
dell'orizzonte livido, vieni e strappami dal suolo dell'angustia in cui io vegeto, dal suolo di inquietudine e vita-di-troppo e false sensazioni dal quale naturalmente sono spuntato. 
Coglimi dal mio suolo, margherita trascurata, e fra erbe alte margherita ombreggiata, petalo per petalo leggi in me non so quale destino e sfogliami per il tuo piacere, per il tuo piacere silenzioso e fresco. 
Un petalo di me lancialo verso il Nord, dove sorgono le città di 0ggi il cui rumore ho amato come un corpo. Un altro petalo di me lancialo verso il Sud dove sono i mari e le avventure che si sognano. Un altro petalo verso Occidente, 
dove brucia incandescente tutto ciò che forse è il futuro, e ci sono rumori di grandi macchine e grandi deserti rocciosi dove le anime inselvatichiscono e la morale non arriva. E l'altro, gli altri, tutti gli altri petali - oh occulto rintocco di campane a martello nella mia anima! - 
affidali all'Oriente, l'Oriente da cui viene tutto, il giorno e la fede, l'Oriente pomposo e fanatico e caldo, l'Oriente eccessivo che io non vedrò mai, l'Oriente buddhista, bramanico, scintoista, 
l'Oriente che è tutto quanto noi non abbiamo, tutto quanto noi non siamo, l'Oriente dove - chissà - forse ancor oggi vive Cristo, dove forse Dio esiste corporalmente imperando su tutto.. Vieni sopra i mari, 
sopra i mari maggiori, sopra il mare dagli orizzonti incerti, vieni e passa la mano sul suo dorso ferino, e calmalo misteriosamente, o domatrice ipnotica delle cose brulicanti! 
Vieni, premurosa, vieni, materna, in punta di piedi, infermiera antichissima che ti sedesti al capezzale degli dei delle fedi ormai perdute, e che vedesti nascere Geova e Giove, 
e sorridesti perché per te tutto è falso, salvo la tenebra e il silenzio, e il grande Spazio Misterioso al di la di essi.. Vieni, Notte silenziosa ed estatica, avvolgi nel tuo mantello leggero il mio cuore... Serenamente, come una brezza nella sera lenta, tranquillamente, come un gesto materno che rassicura, 
con le stelle che brillano (o Travestita dell'Oltre!), polvere di oro sui tuoi capelli neri, e la luna calante, maschera misteriosa sul tuo volto. Tutti i suoni suonano in un altro modo quando tu giungi Quando tu entri ogni voce si abbassa 
Nessuno ti vede entrare Nessuno si accorge di quando sei entrata, se non all'improvviso, nel vedere che tutto si raccoglie, che tutto perde i contorni e i colori, e che nel cielo alto, ancora chiaramente azzurro e bianco all'orizzonte, 
già falce nitida, o circolo giallastro, o mero diffuso biancore, la luna comincia il suo giorno.

-Da un antico carteggio della Terra-Che -Fu. --- F. Pessoa. -






...mi sorprendo a soffrire la solitudine in questa notte lontano da lui. Il ricordo delle sue braccia calde e sicure intorno a me, ed un letto vuoto come unico compagno. Avrei voluto dirglielo...avrei dovuto?
Il mio cuore trema. Ho paura di bruciarmi. Ho paura di bruciare sulle ali di un sogno che mi porta troppo vicino al sole, proprio come brucio dentro, ogni volta che gli sono vicina.










martedì 7 agosto 2012

Peur

"Amelie, qualcuno ha pagato delle persone per farti del male."
"Chi?" 

"Non lo so..ma sembra che abbia a che vedere con il tuo passato nella Shouye."


Le parole di Jack continuano a filtrare nella mia mente, rimbalzando tra paura ed incredulità. 
C'è qualcosa di estremamente comico nel rendersi conto di avere una taglia sulla testa, alla stregua del peggiore dei criminali...quando alla fine l'unico errore commesso è stato scegliere un destino che non ho potuto portare avanti, in virtù di una correttezza che continuo a reputare più importante del presunto imperdonabile tradimento per il quale, invece, qualcuno sembra aver firmato la mia condanna a morte.

Nella paura, nell'angoscia che mi lascia nell'animo realizzare tutto questo, non posso fare a meno di sentirmi profondamente grata.


Grata per Jack, perché ho letto apprensione nei suoi occhi mentre mi avvisava del pericolo. Per i suoi consigli, perché sento di non avere mai sbagliato a fidarmi di lei e sento che continuerò a farlo, fino a quando il 'Verse non mi dimostrerà che sbaglio. 

Grata per Jan. Perché a dispetto del dolore e del vuoto che ha lasciato dentro di me scomparendo come ha fatto, non mi pentirò mai delle mie scelte e non dimenticherò mai l'amore che ci ha unito. Perché se questo è il prezzo da pagare per ciò che abbiamo condiviso, allora lo pagherò, nella consapevolezza di avere vissuto giorni preziosi, indimenticabili, che valgono tutto il sangue che scorre nelle mie vene.


Ma io voglio vivere.


Grata, ancora di più, per Lui. 
Sento scorrere dentro di me un sentimento nuovo, caldo e pericoloso, che si fa più limpido ogni giorno che passa. Non riesco ad arginarlo malgrado i timori e la consapevolezza di quanto mi ha detto. Parole che ancora sono scolpite indelebili nella mia memoria, insieme alle mie risposte.

Altre parole ha pronunciato questa notte, quando è accorso da me, e gli ho raccontato tutto.


" Non permetterò che ti sfiorino con un dito... o se oseranno farlo quel dito glielo taglierò insieme a tutto il resto del braccio "


Mi ha tenuta stretta tutta la notte, cercando di farmi sentire sicura e protetta...e riuscendoci in un modo che nemmeno io riesco a spiegarmi. Mi ha tenuta stretta tutta la notte, tenendo da parte il desiderio e  la passione che ci ha unito, in favore di tutt'altra intimità.  

Mi ha tenuto stretta tutta la notte, facendomi addormentare con la nenia del suo respiro caldo, ed il battito del suo cuore accanto a me. Ha tenuto lontani gli incubi con la sua presenza. Ha arginato i miei timori. Ha cullato il mio sonno. Ed io nelle sue braccia mi sono abbandonata, al riparo da tutto il resto.

Cammino come un'equilibrista circense, sospesa sul filo di un sentimento  che si fa strada dentro di me ogni volta che mi sorprendo a guardarlo negli occhi. Palpiti di cuore che si disperdono nel tempo di un battito di ciglia.
Lo guardo, lo ascolto mentre mi rassicura e mi mostra tutta la sua determinazione. 
Vedo quanto forte sia, quanto sia meraviglioso l'uomo che è...a dispetto di quanto lui possa pensare di se stesso.


Mi sto innamorando di lui? 
Tremo, nel timore di conoscere già la risposta.




lunedì 6 agosto 2012

...et encore...

...ancora mi incendio al tocco delle tue labbra, mi inebrio del tuo profumo, e mi abbandono alla deriva dei sensi cullata dalle tue braccia. Mi dono a te, senza limiti.

...mi prendi e mi fai tua in ogni modo possibile, ed io mi perdo per ritrovarmi in te, avvinta dalle emozioni che ci uniscono nella fusione dei nostri corpi frementi.

...ti ascolto, e nell'incontro dei nostri respiri il mio cuore trema.


venerdì 3 agosto 2012

passions secrètes

"Cosa stiamo facendo, Melie?"

L'eco delle sue parole riverbera nella mia mente, affollata dalle immagini indelebili di tutto ciò che abbiamo condiviso in una notte d'infinite sorprese.

"Cosa stiamo facendo, Melie?"

Mi prende con un'intensità nuova, intima, travolgente. Non c'è spazio per altro pensiero che non sia lui. Lecco il sudore dalla sua pelle tesa, ci fondiamo in baci avidi ed esigenti, in cui si fondono quasi  rabbiosi i nostri respiri. Lo accolgo tra le profondità delle mie cosce umide. Sento il desiderio tramutarsi in necessità viva e quasi dolorosa, nel ritmo dei gemiti che aumentano di volume ed intensità.  Sento il mio cuore perdersi in un ritmo da tamburo tribale, annebbiarmi la mente. Quello che provo per lui non lo so più definire...cola liquido sotto la mia pelle, mi incendia come mai prima.

"Cosa stiamo facendo, Melie?"

Ci uniamo ripetutamente, ed io grido il suo nome quando l'affondo si fa più violento e mi sento trascinare via dalla sua forza, ad ogni nuova scossa che risveglia il mio corpo e lo rende suo, toccando gli anfratti più segreti della mia anima. Sento le mie unghie scorrere sulla sua pelle, gli incido solchi sulla schiena a testimonianza di quanto lui mi abbia fatto sua, di quanto io lo abbia sentito mio.
Il sangue ribolle nelle mie vene, offusca la vista, mi annebbia i sensi squarciati dal piacere della sua presenza dentro di me. Groppi emotivi intensi e indefiniti, condivisi in un vortice di colori che hanno annullato qualsiasi altro pensiero. Affondo i denti nella sua spalla, e ne lecco l'impronta.
Ci fondiamo come il rosso e il nero di una roulette in corsa.

"Cosa stiamo facendo, Melie?"

Mi prende, mi esplora, si ciba di me ed io di lui, sino quasi a morire l'uno nell'altra quando tutto si annulla e nel fondersi dei nostri umori che colano tra le mie gambe si fondono gli ansiti dei nostri respiri e la voce viene a mancare. Il suo corpo nudo mi schiaccia contro la parete,  ed io gli resto aggrappata con le gambe tremanti accogliendolo sulla mia spalla.

"Cosa stiamo facendo, Melie?"

Ci rotoliamo sul letto sfatto, nella insaziabile ricerca di baci accorati, nel reciproco scambio di carezze languide e consapevoli. Le sue mani mi stringono, dichiarano il loro possesso sul mio corpo nudo che vibra al suo tocco sapiente. Mi conosce, come mai prima. Mi abbandono a lui, come mai prima.

"Cosa stiamo facendo, Melie?"

Fruga dentro di me, ed esplorando ogni anfratto lo sento nutrirsi della mia essenza, mentre io perdo ogni senso della realtà e non riesco a fare altro che abbandonarmi ad un piacere che mi annulla ogni ragione, e mi lascia solo il fiato per gridare il suo nome, più e più volte sino a quando anche il respiro viene a mancare e sento il mio corpo tendersi nell'ultimo spasmo incontrollato. Le sue mani mi stringono, ed io ne sento la forza incidere il suo marchio dentro di me.

"Cosa stiamo facendo, Melie?"

Giaccio stremata, con il suo volto ancora tra le mie cosce  ed i sensi persi nell'intensità di tutto ciò che abbiamo vissuto. Il cuore batte impazzito nel mio petto. Non ho più respiri.  E  infine, ancora dolcemente abbracciati in un bacio che mi lascia gustare il mio stesso sapore nella sua bocca, l'unica cosa cui riesco a pensare è che la mia sete di lui non è ancora sazia.

"Cosa stiamo facendo, Melie?"

Non lo so...non lo so.

Ma qualunque cosa sia...ne voglio ancora.