lunedì 30 aprile 2012

c-mail incoming message


Messaggio ricevuto da Zoya il giorno 30 Aprile 2012 alle 13:26
c-mail


Dolcissima Amelie,
se stai leggendo queste righe non sarò a bordo della Banshee e probabilmente  sarò da qualche parte tra il Verse e quello che c’è oltre. Non mi preoccupa, è giusto così per gente che come me ha scelto il mestiere delle armi e ha peccati da scontare. Santo cielo, quanto melodramma…
La verità è che non so da dove cominciare, né a dire cosa. Forse c’è troppo o forse sono io a non saper mettere ordine.
Ho passato metà della mia vita ad avere paura, cherubino (so che non ho diritto di chiamarti ancora così). Paura del domani, paura della solitudine, paura di essere tradita, paura di tradire. Delle volte mi sono trovata a pensare che la paura sia lo stato naturale dell’uomo. E’ strano, se ci pensi,  come tutto ciò svanisca quando si pensa di andare incontro a qualcosa di definitivo. Forse è perché su sa che non si dovranno più affrontare le conseguenze delle proprie azioni e il fantasmi del passato. Non lo so, so soltanto che adesso non ho più paura. Quasi.
Adesso, più che altro, ho rimpianti. Di non essere stata meno stupida, intelligente, impulsiva. Di non aver fatto determinate cose invece che altre.
Mi sono innamorata di te (no, questo non è un rimpianto), Amelie. So chi è Amelie. Amo tutto di Amelie. Amelie per come è, per quello che è. Amo Amelie perché è Amelie. Amo ogni singolo aspetto di quello che è, persino quelli che non conosco, perché, dolcissimo cherubino, se si ama si deve farlo senza riserve. Senza mezze misure. Per intero. Non sarebbe amore, altrimenti.
Forse, per una che ha amato soltanto un’altra volta, in vita sua, sono parole arroganti, ma sono quello in cui credo. Una delle poche cose per le quali vale la pena dare tutto.  E ho dato tutto, quella unica altra volta. Sono andata contro la mia famiglia. Contro mio padre e il matrimonio che voleva impormi. Era un miss a modo dell’alta società di New London; molto a modo ha preso il mio cuore e l’ha spezzato. E ho perso tutto; a partire da me stessa. Vorrei che potessero conoscerti, che potessero vedere cosa vogliano dire dignità, coraggio, eleganza.  Perché tu sei questo e ben altro. Dubita che il sole tramonterà, ma non di questo. Il Verse è un brutto posto, Amelie, e sono le persone come me, le persone con la pistola, a renderlo tale. Sono le persone come te a renderlo migliore. Quello che voglio dire è di rimanere come sei perché è quello che ti rende speciale, anche se forse non te ne rendi conto; di esserlo, voglio dire.
Se dovesse succedere il peggio, non pensare di esserne la causa. Non ci sono colpe. Da parte di nessuno. Ecco, questo sarebbe un rimpianto. Che tu possa pensare che, nel caso peggiore, sia colpa tua. Non è così. Non pensarlo nemmeno per un istante. Mai.
E’ strano che mi venga in mente adesso, non sono cose sulle quali indugio spesso, ma se in questo momento dovessero chiedermi se credo negli angeli potrei orgogliosamente rispondere di averne conosciuto uno.
Ho scritto tanto, ma non nel modo che avrei voluto. Rileggendo ho avuto l’impressione che manchi qualcosa. Mi sono resa conto adesso di cosa sia e la musica mi è venuta in aiuto. Questa, Amelie, è una delle mie arie preferite, forse per quel fondo di malinconia che la permea. 

http://youtu.be/y9NcjmDpcB8

Mi mancheranno le nostre chiacchierate. Mi mancherà tutto.
Tua, comunque e a dispetto di tutto,
Zoya

domenica 29 aprile 2012

Conjonctions

Scrivo dall'alloggio che ho prenotato per me ad Hall Point.  
Guardo oltre la finestra e tutto ciò che vedo è l'infinito.
Una coltre sconfinata di buio, trapuntato dalle luci delle stelle e dei pianeti che abitano tutto il 'Verse e lo spazio oltre ad esso.
Ho talmente tanto su cui riflettere, che non riesco a trovare il punto cardine. Quello che mi consenta di stringere il bandolo della matassa intricata della mia vita, adesso.


L'ultima conversazione con Papà si è chiusa male. Ed è la prima volta da decenni, credo, che discutiamo in modo così animato.


-"Promettimi che cercherai di essere più prudente, Melì.  Promettimelo, oppure vengo a prenderti io. Vengo a prenderti e ti porto su Corona, dove so per certo che sarai al sicuro."-


Da tempo non lo sentivo così preoccupato. Probabilmente perché non gli ho mai dato motivo di esserlo. Non per la mia salute, non per il suo lavoro, non per i segreti che mi affida e che io custodisco con la medesima cura con cui custodisco la mia anima ed il mio amore per lui.
Maman non dice nulla. Si limita a punirmi coi suoi silenzi, come ogni volta che agisco in modo "sconsiderato".


-"Stai tranquillo, mon père. Non è stata una circostanza cercata, ed ho ricevuto tutte le cure del caso. Prima dal Dottor Ritter..."-


Mi ha bloccata, parlando sulla mia voce con quel suo timbro profondo e graffiato che sa essere così prevaricante quando vuole.


-"Ritter?! Quel Ritter? " -  
Una pausa di silenzio 
- "Il peggior spreco di genio e talento che mi sia mai capitato di incontrare in tutta la mia carriera?" -
E' rimasto nell'aria un forte aroma giudicante, grave, severo.


Ci è voluto un momento di calma interiore, un piccolo sospiro per riprendere il discorso.


-"...e dal Dottor Heisenberg. Mi ha completamente rimessa a nuovo, mon père. Sto bene. "-


E' stato strano pronunciare quel nome, proprio parlando con la persona che meglio mi conosce al mondo. Nel silenzio che è seguito ho avuto timore che fossero bastate quelle due semplici parole per comprendere tutto il resto. Tutto quel mondo che nemmeno a Josephine sono stata in grado di spiegare fino in fondo.


-"Bene."


Solo questo. Che pronunciato da lui equivale ad una pioggia di complimenti e rispetto, per il succitato Medico capace di non attirare la sua ira funesta. A pensarci, è strano. Jacob Heisenberg non mi ha mai domandato nulla sulla mia famiglia. Come se non avesse mai sentito parlare di papà.
Eppure è chiaro che Lui, invece, ha sentito parlare e bene di Jacob Heisenberg.
Suppongo sia un mistero che continuerà a restare tale, per me.


Quando ci siamo salutati non era contento. Probabilmente ha compreso che non gli ho detto tutta la verità.
E' vero, che sto bene fisicamente. Non gli ho mentito. Non lo faccio mai, con nessuno.
Ho omesso. Ho omesso di dirgli che in realtà sono affranta e turbata e ho paura. 
Ho attraversato le fiamme dell'inferno e ne sono uscita viva.
Ma ho paura.
Ho paura che possa accadere di nuovo. Che non ci siano medici abbastanza bravi nelle vicinanze. Che mi rimangano sul corpo i segni dell'inferno. Quelli che già sono rimasti nell'anima e non so come strappar via.
Lo nascondo. Con tutti, credo. Ci riesco abbastanza bene. Ma la paura non mi lascia mai.
Qualcuno nella Terra-che-Fu disse che "non è coraggio, se non c'è paura".
Non sono in grado di definire se il mio sia coraggio, intemperanza oppure incoscienza. Cerco di andare avanti ugualmente, perché quel bambino lo merita. I suoi genitori lo meritano. Tutti i bambini condannati come lui alle sue sofferenze lo meritano.


Non ho avuto coraggio, con Papà. Non ho avuto il coraggio di chiedergli se Lui sapesse qualcosa, al riguardo di questi esperimenti scientifici su cavie umane non consenzienti.
Suppongo di aver ceduto, ancora una volta, alla Paura.
Paura di quello che avrebbe potuto dirmi, forse  intaccando la fiducia cieca che ripongo in Lui.
La paura è irrazionale. La Paura è come un peso che ferma il passo inutilmente. Eppure non l'ho combattuta. E non l'ho nemmeno abbracciata. Mi sono limitata a salutarlo senza chiedergli nulla.


La Paura è una congiunzione. Ha sapori diversi, a seconda della situazione.


Dopo quello che è successo ieri sera, ho Paura per Zoya.


Non l'ho più sentita, e non l'ho più vista dopo averla lasciata sola nella sala pasti della Banshee.
Questa mattina sono partita prestissimo e in silenzio, premurandomi di non svegliare nessuno.
In realtà, premurandomi di non svegliare soprattutto Lei.
Tutto quel decantato coraggio che tanto sembra averla colpita, è scomparso in virtù di una pavida forma di vigliaccheria.
Ma come glielo dici, a un donna così, che le vuoi così bene che tutto quello che desideri è proteggerla e l'unica cosa da cui dovrebbe essere protetta sei proprio tu?  Come glielo dici a una donna così,  che  vorresti insegnarle tante cose ed imparare da lei ma non puoi, perché inevitabilmente finiresti per ferirla in qualsiasi direzione volessi muoverti?  Come glielo dici ad una donna così, che potresti regalarle una notte infinita... per poi alla fine alzarti e lasciarla da sola preparandoti a condividere altre notti con qualcun altro? Come glielo dici a una donna così, che tu nell'Amore non ci credi e permettendole di starti troppo vicino la bruceresti come nemmeno il fuoco potrebbe fare?
Come glielo dici a una donna così, che di tutte le parole spese su ciò che si desidera e su ciò che si vuole, l'unica cosa chiara come il sole è ciò che non voglio essere per Lei?


E non voglio essere Greenwood.


C'è un vago sapore tragicamente amaro nel palato, mentre mi rendo conto che forse lo sono già.
Sono esattamente ciò che non vorrei essere.
Perché non sono riuscita a proteggere Akurl nello stesso modo. Perché non riesco a non essere gelosa di lui e a non volerlo nella mia vita, quando è chiaro che non sono in grado di dargli quello che lui chiede.
Possessione. Credo sia questa la parola giusta. Mi infastidisce vederlo o pensarlo insieme ad altre donne, come mi ha infastidito vederlo accudito da Josephine la sera della Festa.
Affezione. Gli voglio bene, e non recito alcuna parte quando siamo insieme. Mi piace la sua compagnia.  Mi affascina lo spettacolo della sua pelle scura sul candore della mia.
Territorialità.


Discrepanze.


Non ho alcuna remora  ad ammettere con quanta trepidazione attenda il prossimo incontro con Brent Ratliff, e le nostre... lezioni di ballo. 


Non ho alcuna remora ad ammettere che se solo Jacob Heisenberg mi chiamasse anche all'altro capo del 'verse, non esiterei un istante ad accettare quel richiamo.


Non ho alcuna remora ad ammettere che quando Evah mi guarda, ogni volta che i suoi occhi si posano sulle mie labbra sento l'impulso di baciarla. 


Evah.


Dovrei contattarla. Dovrei parlarle. Dovrei dirle che nonostante i miei buoni propositi non sono altro che una spacciatrice di illusioni
Non potrò farmi ritrarre da Lei. Per quanto fortemente io lo desideri, non potrò farlo se non rischiando la mia posizione all'interno della Shouye o peggio, la mia permanenza.
La Muqin prenderebbe come tradimento persino la mia volontà di pagarla per i miei ritratti: preferendo Evah ad altre artiste nella Casa, mi macchierei di un'onta imperdonabile.
Da quando l'ho vista insieme a Mughain Mccarty avverto un leggero senso di fastidio  sotto pelle.


Da tutto questo e da molto altro.
Ecco da cosa devo proteggere Zoya.




Da Me.

martedì 24 aprile 2012

Rouge Unique

E' arrivato ieri, nel pomeriggio, su consegna speciale da parte di Papà.
Mi aveva sorpresa a curiosare proprio tra quei bozzetti nella nostra biblioteca, durante l'ultima visita a casa.
Bozzetti originali di una stilista che risale al ventiduesimo secolo della Terra-Che-Fu, e che Maman ritrovò in una delle tante fiere specializzate a cui mi portava sin da bambina.
Alcuni abiti della stessa stilista sono conservati al Museo della Moda di Horizon, e si possono intuire le similitudini dei drappeggi.
Il lavoro di Arya e del suo team di sarte è stato egregio. Ogni rosellina che forma il drappo della spalla è unica e perfetta rappresentazione di un bocciolo vero.
Il colore del chiffon è meraviglioso, ed il tessuto è come una carezza sulla pelle.
Un abito davvero Unico. Solo per me.
Maman mi ha mandato i suoi orecchini. Quei fantastici diamanti su cui avevo messo gli occhi da anni: il pezzo di punta della collezione di famiglia.














domenica 22 aprile 2012

Cadeaux

da Zoya






"Non sono necessarie occasioni speciali per fare dei regali. Passavo dal bazaar, ho visto il primo e ho pensato a te. Ho visto il secondo e ho pensato a te di nuovo. Ho pensato (sì, per la terza volta, lo so che è sconvolgente) che a quel punto valeva la pena non lasciarli lì quindi eccoli qua. Magari ti strappano un sorriso e magari ti abbelliscono l'alloggio: non che sia brutto, intendiamoci (non nel senso di andare in tenda assieme). Va bene, sto sragionando. A presto."







da Evah

-cmail-

Ho avuto in dono una raccolta di poesie di Emily Dickinson, poetessa della Terra-Che-Fu. Leggendo questi versi ho pensato a lei, Amelie:

Vederla è un Quadro -
Ascoltarla è una Musica -
Conoscerla un'Intemperanza
Innocente come Giugno -
Non conoscerla - Afflizione -
Averla come Amica
Un calore così vicino come se il Sole
Ti brillasse in Mano -

Vederla è un quadro -
Ascoltarla è una Musica -
Conoscerla un'intemperanza
Innocente come giugno
Dalla quale essere disfatti
È più dolce della Redenzione -
Che non ricevere mai
Rende parodia di melodia
Ciò che poteva essere vivere


Evah Adams









da Akurl



"Era dalla tua promozione che cercavo di fartelo. I cioccolatini sono diventati leggenda secondo alcuni, spero che a te piacciano. Ah, ho provato a fare entrare in uno scatolo quello grosso, ma non c'entrava. Ti aspetta su greenfield, al Black Oak Ranch. Sul retro trovi la foto."












lunedì 16 aprile 2012

La Vie en Rouge

"La Vita è Dio. Dio è la Vita."




ELERIA


Tornare a casa mi solleva il cuore. 
Le città di Elèria si armonizzano splendidamente con  la natura del pianeta; non c'è una dominanza del grigio, ma una serena ed armonica fusione di colori che si tramutano in serene melodie per l'animo di chi si soffermi ad ammirarne il paesaggio.


Tornare a casa per visitare il Tempio della Ragione  e per di più in compagnia di Evah, è stato uno splendido modo per giungere ad un nuovo livello di consapevolezza.


L'ho visto.
Ho visto la sua figura, il volto rapace a fissarmi sui gradini del Tempio.
Il volto di Jacob Heisenberg è apparso dal nulla, scivolando fuori da quelle pieghe profonde della mente in cui avevo cercato di accantonarlo.
In quell'istante ho avvertito sulla pelle il suo sguardo. Lo stesso brivido che sentii nel suo Laboratorio.


"Solo a te spetta decidere, quale direzione scegliere"


Le parole di Ayline sono giunte poco dopo.
Per quante occasioni abbia avuto di conversare con Lei, e di saggiare con quanta chiarezza possa guardare al mondo malgrado i suoi occhi ciechi, non posso fare a meno di sorprendermi per la puntualità di risposte che giungono alle mie domande non ancora formulate. Forse, per lo più, non ancora pensate.
C'è un nome che sussurra torbido al mio orecchio, spinge dalle profondità inabissate del palazzo della memoria per riaffiorare, forse a causa di similarità che non voglio cogliere.
Non voglio pensare a Greenwood.




Dopo la visita al Tempio, Evah è stata ospite mia e della Famiglia, à la Maison Saint Laurent, in occasione del concerto privato che Maman organizza regolarmente. 
Ha conquistato tutti, con la sua classe e la sua eleganza. Persino Papà
Maman, colpita dal suo gusto e dall'amore per l'Arte, ha voluto farle dono di uno spartito: con dedica ed autografo.
Abbiamo scoperto che è in ottimi rapporti con il geniale ed eclettico Vee
Curioso quanto il 'Verse appaia così piccolo, a volte.








Jacob Heisenberg

Ineffabile. Il senso di meraviglia che mi coglie, nel rendermi conto di quanto la Vita intessa trame e fili  sottili che si intrecciano tra loro danzando ai nostri occhi come scintille che abbagliano, sviando l'attenzione forse da disegni ben più arcani di quelli che le semplici coincidenze declamano.
Io non ho mai creduto alle coincidenze. La Vita accade. Ma non accade "per caso".
Non mi aspettavo di vederlo, sui gradini del Tempio. 
Di tutte le visioni che sapevo avrebbero potuto cogliermi, come ogni volta, Lui era forse una di quelle che non avevo nemmeno contemplato. Non per un solo istante.
Eppure era lì. Immagine sfocata e indefinita, ma ben chiara al mio intimo e alla mia pelle.

Quale senso di stupore mi ha preso, nel ricevere proprio la Sua convocazione personale, al mio ritorno presso la Casa.
Ho suonato per Lui. Solo per Lui.
Mi ha ascoltata, con attenzione, per quanto fosse evidente che i suoi pensieri fossero ad altro rivolti. Distaccato, freddo, cortese.  Sempre affascinante, per quell'aria distante. Così assorto nella contemplazione di chissà quale progetto, ma al tempo stesso pronto a farsi rapire dalla musica. 
La Mia musica.
Avrà percepito in essa i brividi sotto la mia pelle?
Ho colto un sorriso, alla fine. Lievissimo, ma presente.
I suoi complimenti, e la preghiera di riportarli a Josephine, sono stati la degna conclusione di una splendida giornata.
Sarei lieta di tornare, gli ho detto.

"Non mancherà occasione".

Non ho mai atteso un secondo invito con altrettanta trepidazione.



Akurl

Avverto crescere in me un sottilissimo senso di colpa.
Lo sto trascurando, forse? Sto approfittando di Lui? Gli ho fatto promesse che non sarò in grado di mantenere?
Non credo. Eppure al tempo stesso non sono del tutto certa di essere nel giusto, malgrado io sia sempre stata onesta.
Affermerei il falso, dicendo che non mi sono affezionata a Lui e che non provo un sincero affetto nei suoi confronti. Ma non è ciò che Lui chiede. Di questo sono sicura.

Mi sono preoccupata, scoprendolo ferito. 
E al tempo stesso di fronte agli altri per un sottile e perverso tentativo di attenermi alla buona creanza e alla discrezione fra Accompagnatrice e Ciente, non gli ho donato la solita informalità.

Dottore, l'ho chiamato.

Non ho potuto fare a meno di notarne la luce di disappunto negli occhi.
Gli ho scritto, per chiedergli se avesse bisogno di qualcosa.
Sta meglio, dice.


Josephine

E' difficile spiegare in quale tortuoso modo io stia cercando di essere al tempo stesso sincera con Lei, e in grado di ritagliarmi quegli spazi personali che desidero essere esclusivamente miei.
Non le ho nascosto nulla. Ho risposto con franchezza a tutte le sue domande. Anche quelle riguardo ad Evah.
Ho tenuto per me solo quelle piccole cose che, in tutta franchezza, con la Shouye non c'entrano nulla. La Casa ha tutta la mia lealtà. Non possiede tutta la mia anima.
Lei ha tutto il mio rispetto e la mia sincera e profonda amicizia, nonché una gratitudine incondizionata per tutte le possibilità che mi ha donato.
Ma non mi sento in obbligo di aprirle ogni minimo frammento di me stessa.

Ho scoperto che un suo Cliente è interessato ad Ayline, ed alla Lega Empatica.
Dubito sarà facile per Loro entrare in contatto con la Monaca, e convincerla soprattutto ad elargire i suoi segreti.

Ho scoperto anche di essere riuscita nella mia prima opera di mediazione, convincendola a non annullare il Tour di Concerti che Evah stava organizzando per Ming, in collaborazione con Hall Point. E, quindi, Miss Winter.
Credo di averle fatto comprendere che sarebbe stato controproducente per tutti, e soprattutto per l'immagine della Shouye, un tale passo indietro.
La Casa avrà un ritorno di immagine incredibile, grazie al talento di Ming e all'impegno profuso da Evah nella preparazione della Tournée.
Ho cercato di comprendere meglio che cosa si agiti alla base di quello che, a me, pare un odio viscerale pulsante tra due delle donne più belle ed intelligenti che io conosca.
Josephine mi ha raccontato. Qualcosa.
Non sono certa di averne compreso le implicazioni più profonde.
Le maldicenze, pur ripetute nel tempo, non credo valgano lo sforzo e l'energia profusa per odiare e combattere una persona con tale fervore.
Nemmeno le opinioni divergenti.
L'ingenuità di questo pensiero mi coglie nel momento stesso in cui realizzo che sono, invece, alla base di una Guerra che si combatte e conta morti su tutti i fronti, senza che alla fine ci sia qualcuno in grado di indicare un sentiero che possa accontentare tutti.

O scontentare, tutti, in egual misura.


XUETU

Io, ora.
Secondo Josephine, la promozione più rapida nella storia della Shouye.
Ancora fatico a rendermene conto. Ma la soddisfazione ha un gusto inebriante al palato.














lunedì 9 aprile 2012

Quéstions




Mon Père,
ho ricevuto l'ultimo trasferimento poco fa.
Non ho potuto fare a meno di notare che si tratta di una mole di dati piuttosto sostanziosa questa volta. Stai forse lavorando a qualche nuovo progetto importante? Devo usare particolare prudenza?
So bene che "Meno so e meno potrò rivelare ", ma non disturberebbe affatto comprendere meglio quale grado di importanza assegni a questo  particolare frangente, di modo che io possa comportarmi di conseguenza, e quindi adottare altre misure cautelative.
Per quanto nessuno sia a conoscenza di questo nostro accordo, e del fatto che io porti sempre con me il frutto del tuo sapere,  accostare il mio nome al tuo è molto semplice, Mon Père.
Queste ed altre domande vorrei rivolgerti ora, ma come hai detto tu l'ultima volta non è sicuro affidare certi quesiti al Cortex. Attenderò quindi il nostro prossimo incontro.
Non manca molto.

domenica 8 aprile 2012

Le Rouge toujours



63 ha mandato un altro dono.
Un grazioso mazzo di Camelie profumatissime, bianche ed a fiore semplice.
Nel linguaggio dei fiori la Camelia ha un significato particolare. O per meglio dire, ne ha molti e differenti a seconda del colore e del tipo di fiore che viene regalato
Continuo ad interrogarmi sul significato di questi doni anonimi, senza godermeli fino in fondo.
Ma i fiori stanno benissimo, sul tavolino della mia stanza.



Giornata di sorprese, quest'oggi.
Proseguita con un regalo da parte di Josephine. Oltre alle uova di squisito cioccolato che stanno attentando spudoratamente alla mia linea, questo splendido ciondolo con rubino e brillanti da sfoggiare insieme all'anello.

"Così sai a cosa abbinarlo. J"


Questo diceva il biglietto d'accompagnamento. 
Sono rimasta senza fiato a rimirarlo tra le dita per parecchio tempo, prima di riuscire a scriverle un messaggio per ringraziarla.

sabato 7 aprile 2012

Le Rouge Bijou, et d'autres réflexions


"Un fiore, un simbolo

63."


Sto ancora cercando di capire per quale motivo un semplice biglietto anonimo ed un gioiello, tra l'altro di ottima qualità e con rubini fantastici, possano trasmettermi tanta ansia.
Secondo Josephine, dovrei essere contenta, soddisfatta.
Uno dei miei clienti è così soddisfatto di me , da farmi un regalo. 
Dovrei indossarlo, gioirne e stare tranquilla.
Mi dico che ha ragione Lei. Mi dico che probabilmente mi sto preoccupando per nulla. Eppure c'è qualcosa che mi serpeggia dentro.
In fondo, lo ha detto anche Lei. Di solito i Clienti non omaggiano  tramite biglietti anonimi ed incomprensibili attraverso i quali non è possibile risalire al mittente e quindi porgere i dovuti ringraziamenti.
Sono arrivata a sospettare di Akurl. Ma dal modo in cui ha risposto alle mie domande -dirette e indirette - non sembra essere coinvolto.
Per quale motivo poi dovrebbe celarsi dietro l'anonimato?
Forse, per la stessa ragione per cui non riesco ad osservare questo gioiello senza  sentirmi così?
Un Anello.
Se fosse stato un girocollo mi sarei sentita così in imbarazzo?
Je suis mal dans ma peau.
Così direbbe Maman. 

Mister X  mi ha fatto trovare un enorme mazzo di splendide orchidee bianche ieri sera. 
Si è ricordato che sono i miei fiori preferiti.


Ho conosciuto il Dottor Jacob Heisemberg.
Avrei voluto avere più tempo.
Ho sentito il suo sguardo sulla pelle. Solo per un istante.
Continuo a ripensare a quell'istante.

Mi chiedo se e quando avrò l'occasione di rivederlo. 
Scambiare, con lui, più di qualche parola formale.


Ho salutato Dhemetra.
E' partita, con la nave del Capitano Neville.
Credo di averla invidiata per un momento.
Quell'uomo ha fascino.


Ho conosciuto Deliorra e Joss, del Black Oak Ranch.
Ho gradito moltissimo la compagnia di entrambi.
Lei mi ha scambiato, per un attimo, per Miss Winter.
Sono ancora lusingata, del complimento.
Mi chiedo se Miss Winter lo sarebbe altrettanto.


Ho rivisto Lydia.
Presto faremo la nostra gita a Greenfield.
Ho promesso di insegnarle a cavalcare, e a meditare.
Ha promesso di insegnarmi a sparare, e a difendermi.
Ho l'impressione che sarà un'avventura, per entrambe.

Mi ha offerto un posto a bordo della Banshee!
Avere una Accompagnatrice a bordo le sarebbe utile.
Provare questa esperienza potrebbe essere molto utile a me.

Josephine mi ha dato il suo benestare.



Da qualche giorno, ha smesso di piovere.







mercoledì 4 aprile 2012

Méditations en Rouge et Noir






"Il Domani non arriva mai. Solo gli sciocchi vivono nel domani. La persona saggia, la persona intelligente vive nel momento presente. Non conosce un altro tempo. 
Non vive mai nel passato e neppure nel futuro, non vive mai nelle memorie e neppure nell'immaginazione. 
Vive in questo attimo presente.
E questo attimo presente è tutto. Contiene l'eternità."






- Da un antico testo attribuito ad un profeta indiano nella Terra-che-fu -

lunedì 2 aprile 2012

La Pluie en Rouge




Shouye

La vibrazione dell'attesa e del fermento sembra propagarsi attraverso  le pareti della Casa, e trasmettersi lentamente a tutti coloro che la abitano.
Si tratta di armonie tutte differenti, scale e gorgheggi di varia natura. 
Si intrecciano dando vita a melodie di tensione e con i loro artigli minacciano di ghermire chiunque passi loro abbastanza vicino.
O forse, è tutto nella mia immaginazione?


Non credo.


Do.
Il senso di attesa che gira intorno alla missione cui devono partecipare Duath e Rochelle ha lo stesso colore della prima nota.
Non ne so molto. In verità non ne so nulla. Ho solo compreso che occorre parecchio studio, e che Duath si sta preparando a mescolarsi con individui che non seguono i dettami della moda del Core.
Sono note basse, basilari, piene. Note di impegno. Di preparazione.  Con il vago sapore dell'ignoto nei confronti delle successive.
Duath, in particolare, sembra avere qualcosa di stonato. Non lo conosco per nulla. Ma ciò che ho avuto modo di vedere e di sentire, è sufficiente per lasciarmi qualche dubbio riguardo alla sua serenità attuale.




La.


Come La Festa in preparazione, proposta da Josephine.
Tema: I Sensi.
Non ricordo di aver mai avuto in passato difficoltà tali nel gestire il tema di un evento o recuperare ispirazioni adatte all'occorrenza.
Se dovessi seguire il ventre, i Sensi chiamano la Sensualità.  La sensualità nell'Arte e nella Letteratura, anche come sperimentazione dei sensi, porta radici che affondano nel passato della terra-che-fu.
Ma l'idea che intende sviluppare Josephine è ben diversa,  -o meglio- più strutturata e, devo ammetterlo, di difficile approccio per me.
La mia richiesta di poter cantare una canzone durante la serata è stata accolta, ed ora  ho mille e più melodie per la testa ma nessuna che sembri veramente adatta alla serata.
Abbiamo parlato della disposizione di opere d'arte, che siano originali ed in tema. 
Opere che possano dare vita ad una nuova collezione e non solo limitata alla festa.
Riguardo a questo, almeno ho già le idee chiare. I contatti dei miei compagni di corso, e qualche nome già emergente. La prima sarà sicuramente Selina. Non la vedo da troppo tempo.




Si.


Ammetto di essere anche un po' tesa per la questione del Neurostimolatore.  
Mi sono proposta per i test sotto controllo medico proprio per evitare le spiacevoli sorprese dell'ultimo minuto.
Sarà Akurl a condurre i Test.
Mi ha già contattata. Ci vedremo domani.
Ha accennato anche ad altro. Un lavoro di cui ancora, però, non può parlare. Per il quale vorrebbe fare il mio nome. Apprezzo che voglia aiutarmi ad emergere e ritagliarmi il mio posto nella Casa.
Mi fa piacere rivederlo. E' sempre bello stare in sua compagnia.
A volte però mi chiedo cosa significhi veramente per Lui essere in questa situazione. Ciò che prova è diverso da quel che provo io. Quel che sono in grado di dargli è probabilmente diverso da ciò che vuole veramente per sé. Oppure no? In fondo, chi sono io per giudicare e scegliere al suo posto?
Non ho voluto allontanarlo. E' vero. Forse la mia prima scelta è stata un errore.
Eppure se ripenso a quella notte, non riesco a trovare nulla di sbagliato in ciò che abbiamo condiviso.




Do+.


Mister X conferma l'appuntamento per domani sera. 
Non ha voluto dirmi dove andremo.  Solo di indossare un abito elegante.
Il mio guardaroba non mi tradirà.






Re+


Josephine ha ricevuto delle splendide rose rosse, nei giorni scorsi. 
Un ammiratore segreto, dice.
La invidio un po'.