lunedì 2 aprile 2012

Lamelles en Rouge, Fragments en Noir



"Essere nello stato di non-sapere è Samadhi.
Il Sesso è sacro come il Samadhi."







Mister X.
Se la conoscenza è potere, lui è una delle persone più potenti e pericolose che io abbia incontrato dal mio arrivo in città.
Secondo gli accordi doveva essere -inizialmente- solo un pranzo.
Pura rappresentanza.
Si è tramutato in qualcosa di diverso. 
Non sono servite molte parole. E' bastato uno sguardo.
Una luce diversa nei suoi occhi blu oceano. Un sussurro basso. 
Nulla di scontato. 
Il tragitto dal ristorante all'Hotel in completo silenzio.
La pioggia, di fuori. Il grigio, oltre i vetri.
Poi ha chiuso le tende. E nella stanza è piombato il silenzio ovattato della penombra.
Candele accese. E quegli occhi, a spogliarmi. A poco a poco. Senza fretta.
Lento ed inesorabile come una calda ondata di marea, dalla quale non avrei mai potuto ritrarmi. Nemmeno volendo.
E, certo, non lo volevo.
Le sue mani su di me. Ne sento ancora il brivido caldo. 
Percepisco il ricordo della mia schiena che trema al suo tocco. 
Il mio respiro sulla sua bocca. Il calore che infiamma il ventre.
Respiri che si mischiano, come onde frantumate sugli scogli.
Ho sentito la sua necessità. 
L'ho sentito sprofondare dentro di me quasi con disperazione. Come cercasse, in questo, di allontanare qualcosa.
Cosa, non saprei dirlo, ancora. Forse un ricordo.
Uno di quelli che fanno male, e bruciano come il fuoco sulla pelle.
Ho sentito la solitudine. Il suo bisogno di colmarla. Di andare oltre.
Di trovare, anche per un solo momento, un angolo tranquillo al di là di tutto il peso che si porta appresso.
Ero lì. Per Lui. Con Lui. 
L'ho accolto in me. Il tempo si è fermato a ricucire le sue ferite nei nostri corpi intrecciati.
Sembrava quasi felice, dopo. Più leggero. Mi ha sorriso.
Chiederà ancora solo di me, ha detto. 
Gli ho sorriso.




Non ho pensato, per un solo misero istante, ad Akurl. 
E' forse un male, questo?