domenica 30 settembre 2012

giovedì 6 settembre 2012

Mon amour...


-segnale cortex da Greenfield-
 Settembre 2514


Amore mio,
come stai? In quale interminabile riunione sei costretto ora?

Continuo a tenere il conto dei giorni, delle ore, dei minuti che ancora mi separano da te. Almeno nel tempo che mi rimane per farlo, poiché gli impegni si moltiplicano a vista d'occhio e tenere l'attenzione su tutto quanto si sta rivelando più arduo del previsto.

Soprattutto adesso, dopo aver ricevuto direttive dalla Proprietà, come già saprai, affinché mi recassi su Greenfield insieme ad un gruppo scelto di collaboratori per vendere i farmaci agli sfollati e alle strutture locali.

Nessuno di noi è felice di farlo, ma abbiamo fatto una scelta, lavorando per Hall Point. Cerchiamo tutti di onorarla al meglio.

Il mio timore più grosso è che la voce giunga alle orecchie di Blackbourne e che possa tentare qualche tiro mancino di conseguenza. Ma ho Electra, qui con me. E anche Zoya...

Vorrei potermi dire tranquilla. In realtà nessuna di loro sta bene. Sembra ci sia un'epidemia di inedia che le vede scomparire giorno dopo giorno sempre di più. Non so come aiutarle, nessuna delle due. Non so nemmeno se vogliono essere aiutate in realtà.

So che mi manchi terribilmente. Le notti senza di te sono lunghe, vuote e fredde. Sono tornati gli incubi...forse solo la tua presenza riesce a tenerli a bada. Ma so che fra non molto tornerai, e questo mi aiuta a non sococmbere alla stanchezza.

Ho avuto modo di parlare ancora, più volte, con Mister Wolfwood, ed anche con Miss Ross. Non avevo idea che vi foste visti e sentiti con tale regolarità...
Ad ogni modo, Mister Wolfwood ha acettato di fornirci le piante della Shouye per la mostra.
Abbiamo avuto un dialogo piuttosto aperto. Gli ho fatto domande dirette, ho ottenuto risposte. Per quanto Lui sembri bendisposto ed aperto nei miei confronti, non c'è modo al momento di andare oltre all'ostracismo voluto dalla Muquin. Possiamo collaborare a livello lavorativo, ed è già molto. Ma per ora non vede possibilità di togliere il mio nome dal libro nero. Le tradizioni sono dure a morire, anche quelle più insensate.
Non fa niente...sapevo a cosa andavo incontro quando presi la mia decisione. Oggi, più che mai, sono lieta di averla presa. Diversamente non potremmo stare insieme, e non potremmo nemmeno sognare di avere un futuro per noi.
Cosa che invece...io sogno.

Miss Ross si è detta molto interessata alla Carnival Mistress: in quanto Dashi ha libertà di movimento e sicuramente si è detta disposta ad offrirci il suo servizio di accompagnamento e la sua presenza a bordo, sia per il viaggio inaugurale che per i successivi.
Per quanto riguarda gli altri accompagnatori, la parola spetta a Mister Wolfwood.
Secondo lei non dovrebbero esserci problemi nemmeno riguardo alla mia presenza. Ma non vorrei illudermi, di nuovo.
Come per la festa...ti confesso che rodo dentro, al pensiero di saperti da solo a quella serata. O peggio, in compagnia di qualcun altro.
Ho specificato che, per quanto riguarda la CM, sebbene io stia prendendo gli accordi preliminari poi sarà Gabriel a gestire il settore inttrattenimento. E quindi, per la nave, potranno riferire direttamente a lui, o a te, senza dover passare tramite me. 
Ho spiegato la situazione della nave, diversa da Hall Point.
Ora sono in attesa di notizie più precise, in modo tale che possiamo pubblicizzare la cosa in modo più incisivo.

Ho inviato a Miss Dufour, con la quale mi sono incontrata pochi giorni fa, la bozza di contratto per i due venti: sia la Cm che la mostra. Attendo risposta.

Il tornado ha creato danni al capannone. Ho incaricato Huj di ripararlo al più presto. Le ho anche detto di farsi acocmpagnare da qualcuno ma a quanto pare è andata da sola.

Le indagini sulla bomba sono ad un punto morto...ma suppongo che con il tuo ritorno saprai far filare le cose meglio di me.

Mi manchi terribilmente. 
Mi mancano le tue braccia, il tuo corpo accanto al mio. Mi mancano i tuoi baci, i tuoi occhi, il tuo sorriso. La forza che mi dà, il sentirti accanto.

Mi manca sentirmi tua.

Ma la sono sempre, in ogni momento.

Tua,

Amelie

giovedì 23 agosto 2012

Promesse

Hall Point, Agosto 2514


L'ufficio è silenzioso, la porta chiusa tiene distante il resto del mondo ma sarebbe pronta a spalancarsi per accogliere Lui, se dovesse liberarsi dai suoi impegni.

Mi godo questo momento di solitudine al termine di una giornata piuttosto intensa, in cui entrambi abbiamo pagato il prezzo del tempo che ci siamo presi a Cap City, solo per noi. per una sera, per una notte insieme, da soli, lontani dallo Skyplex, dalle preoccupazioni, da ogni genere di pensiero.

Luce soffusa, il lettore multimediale che riproduce un arrangiamento per arpa di Rachmaninoff, note piacevoli che riempiono l'aria lasciandomi la possibilità di rilassarmi tra una pratica da sbrigare e l'altra.
Ma la mia mente vola via; sulle ali di pensieri che non riesco a fermare.

Questo pomeriggio è accaduto un fatto curioso, mentre ero al Roadhouse in compagnia di Gab.
Ad un tavolo non distante da noi si stava svolgendo una piccola festa di addio al nubilato. Le amiche della futura sposa l'hanno spinta ad accettare una scommessa, riguardo la possibilità di dare un bacio a Gabriel.
Una ragazza giovanissima, non credo avesse più di vent'anni. Occhi di un azzurro così intenso che mi hanno ricordato quelli di Quinn, e capelli altrettanto biondi. Ho temuto che Gabriel potesse svenire dall'imbarazzo, quando ho visto quanto rosso è diventato il suo viso!
Ma è stato al gioco, e ne sono felice. A volte ho l'impressione che dietro a quella sua timidezza assoluta si celi chissà quale brutto ricordo, chissà quale infelice esperienza. Mi auguro semplicemente che, di qualunque cosa si tratti, riesca a lasciarselo alle spalle. A crescere. Vivere.

Come quella giovane futura sposa la cui felicità era palpabile.

Guardarla, mi ha fatto un effetto strano. 
Non ho potuto fare a meno di ripensare a quello che mi ha detto Brent, l'altra notte. Le sue parole sono stampate nella mia mente e ancora di più nel cuore, per la forza con cui si sono riversate su di me, totalmente inaspettate. Sincere. Sentite. Specchiate nell'azzurro dei suoi occhi, oltre il ghiaccio che offre al resto del mondo. In quel fuoco che arde solo per me.



"Sei... la prima donna, Melie, che mi fa desiderare di avere una vita di coppia normale ... Fedeltà... dedizione... sincerità... 
Eppure so... che non saremo mai una coppia normale...  Tu non mi hai chiesto promesse... io all'improvviso voglio fartene. Ma so anche che Hall Point sarà la mia condanna a morte, Melie... non che cuore posso farti promesse, sapendo che prima o poi... "

L'ho guardato. Credo di essere rimasta a lungo senza dire nulla. Incapace di sciogliere il fiato per il groppo di emozione che mi si è formato in gola. Il cuore ha perso la ragione, pulsando a ritmi del tutto scombinati. Ho sorriso. Ho sentito, dentro, una gioia così pura, così potente da fare quasi male. 
Può lacerare la felicità?
Sì.
Quel "prima o poi..." ci accomuna. Ho cercato di dirglielo. 
Siamo entrambi legati ad Hall Point. A doppio filo. E l'uno all'altra. Ed io...io stessa ho i miei fantasmi da affrontare.
Non oso pensare a cosa accadrebbe se gli succedesse davvero qualcosa. Se proprio adesso che ci siamo ritrovati, che abbiamo compreso quello che ci unisce, che ci stiamo permettendo di viverlo ..mi venisse strappato via. 
Ma non voglio lasciarmi condizionare. Voglio amarlo. Fargli tutte le promesse del mondo. Accettare le sue.


"Non credevo potesse accadere... ma sono contento sia successo."
Non lo credevo nemmeno io.
Non credevo nemmeno possibile che avrei potuto di nuovo amare, e che sarei stata capace di farlo così profondamente come mai era accaduto prima. Ma la felicità che provo, quel calore così intenso da farmi tremare il cuore e le ginocchia ogni volta che mi guarda, mi fa capire che è tutto reale. 
Così come la gelosia strisciante, che scava la carne insieme al tremendo terrore di perderlo.
L'ho ascoltato, in silenzio. Suoni pacati e sinceri, privi di alcun velo.
Le sue mani sulla mia pelle, i miei occhi nei suoi.


"Ieri Sabina Dufour è venuta da me... "
Mi chiedo quanto sia evidente la necessità che ho di controllare me stessa ogni volta che odo pronunciare quel nome. Non credo di essere mai stata così gelosa...così furiosa, prima. 
" Mi ha fatto capire chiaramente che, se fossi stato disponibile, non avrebbe esitato a ... concedersi .  Ma vistati rifiutata ha... reagito male, direi ."


L'unico motivo per cui non perdo il controllo è lì, disteso sul letto al mio fianco e mi sta dicendo che ha rifiutato una donna bellissima, perché mi ama. Ed ha scelto me.
"Mi ha accusato di farmi forza della protezione che mi da Hall Point... e lì ho capito... Hall Point è tutto fuorchè un rifugio sicuro per me... ma è anche la mia vita ormai. Grazie a Donna ."

Non so quale tra le due cose mi ha lasciato più spiazzata. Se il rendermi conto che la stizza per il rifiuto ha portato così fuori strada quella donna, che dimostra di non avere capito proprio nulla di lui...oppure percepire tutto quel risentimento verso Donna.
So quanto lui la amasse. So quanto lei lo ha ferito, lasciandolo solo. Non mi aveva mai lasciato percepire quanta rabbia si porta dentro. Mai fino ad ora.
Credo sia pari alla mia, se non maggiore, nei confronti di Jan.


 "Voglio vivere ogni cosa con te, Melie... ma voglio anche essere sicuro di poterti dare delle sicurezze, e non di aggiungere rischi e minacce."

Mi sono persa a guardarlo. Rendendomi conto, una volta di più, di amarlo così profondamente che sarebbe impossibile descriverlo. Mi toglie il fiato. Mi stordisce.
Mi sono persa nei suoi occhi e gli ho detto ciò che avrebbe già dovuto sapere.
L'unico rischio che non voglio correre è quello di perderlo.
Tutto il resto posso affrontarlo. Possiamo farlo insieme. Che quello che voglio è che lui cerchi di restare vivo. Che si impegni con tutta l'anima per rendere l'impresa impossibile a chi vuole la sua fine.
Che se tutto il resto significa che resterò legata ad Hall Point per tutta la vita, insieme a lui, allora va bene così. Perché la mia casa è ovunque ci sia Brent.

Ho anche ammesso di non comprendere per quale motivo quella donna abbia dovuto muovergli certe accuse, soltanto in virtù di un rifiuto. Che non mi fido di lei.



"Non ti fidi perchè vuole portarmi a letto? Mi ha scritto... si è detta mia amica e si è scusata per quelle accuse. Non mi sento di sbatterle la porta in faccia, ma... non mi fido nemmeno io."

Anche. Ma soprattutto perché qualcosa in lei mi sfugge. E saperla tanto in confidenza con quell'uomo non mi tranquillizza di certo. 
Ma non ci voglio pensare. Voglio godermi la sua vicinanza, voglio godermi il suo calore. Voglio godermi il fatto che dopo tanto tempo siamo, semplicemente, insieme.



"Ti chiedo scusa, Melie .  Ti chiedo scusa per aver tentato di sfuggire a questo sentimento... per averti mentito... per averti allontanata dopo averti amata come si ama la propria compagna, e non una semplice amante .  Forse l'ho fatto... per non dover affrontare questo discorso... questa realtà."


Sento gli occhi umidi. Il cuore fuori controllo.

"Ti ho già perdonato."






lunedì 20 agosto 2012

café et muffins au chocolat

Hall Point, 20 Agosto 2514



"Melie...con te è... diverso. Non è mai stato così, prima.
Non ho mai amato nessuna, nessuna...come amo Te." 

Me lo ha sussurrato questa mattina, intrecciato a me sul divanetto del mio alloggio,  amandomi come solo lui sa fare.
Un momento ritagliato per noi due soltanto, dopo avermi raggiunto del tutto inaspettato.

Avevo ancora i segni del cuscino sulla guancia, i capelli scarmigliati da leonessa dopo essermi agitata nel letto vuoto quelle poche ore di riposo ritagliate dopo aver ricevuto il suo messaggio ieri sera ed essere andata in ansia al pensiero del suo incontro con "Lei".... ed ha avuto il coraggio di dirmi, con quegli occhi che ha puntati su di me ed il suo sorriso più dolce,


"...sei bellissima"

Mi guardava sorridendo, con due muffin al cioccolato in una mano ed i caffè nell'altra. 
Ed io mi sono sentita sciogliere da una felicità così potente da essere quasi dolorosa.

Avevamo poco tempo a disposizione, ma siamo riusciti a parlare un po'.
Mi ha raccontato tutto quello che è accaduto ieri sera. Il suo dialogo con Miss Dufour, e quello che le ha detto.
Che il treno è passato, che lui ora è fedele ad un'altra donna. 
Non ha fatto il mio nome.
Ha paura per me, per noi.  Ancora di più adesso, con i sospetti che abbiamo.

Teme che se qualcuno venisse a sapere di me, di quello che ci lega, potrebbero rivalersi su di me per arrivare a lui. 
Vorrei tranquillizzarlo, dirgli che non succederà. 
Ma ormai ho imparato a non fare certe promesse, che il 'verse non è così benigno come pensavo e che la felicità ha un prezzo....e forse ha ragione ad essere così cauto.

Spero solo che mi ascolti, che ascolti Zoya, Electra..che non decida di andare da solo da quell'uomo.
Tremo al pensiero di quello che potrebbe accadergli.

Perché per me è lo stesso.
Non è mai stato così, prima.
Non ho mai amato nessuno, nessuno...come amo Lui.



venerdì 17 agosto 2012

Ensemble

Insieme.

Assaporo il gusto di questa parola cullandomi al ritmo del suo respiro.

Mi ha concesso un giorno di ferie; in virtù della notte trascorsa e del fatto che siamo stati lontani troppo a lungo ultimamente, e abbiamo entrambi desiderio di recuperare.
Lo guardo dormire accanto a me, così vicino da scaldarmi. Intrecciato a me anche nel sonno.
Lo guardo dormire accanto a me e mi sento sopraffatta da tutto quello che è accaduto. Da quello che sento.
Da questa paura che mi attanaglia e mi toglie il fiato al solo pensiero di poterlo perdere.
Lo guardo dormire accanto a me e chiudendo gli occhi non posso fare a meno di ripensare a tutto quello che è accaduto da quando ci siamo conosciuti.
Dalla prima volta che l'ho visto. 
Da quella prima notte a Greenfield...da quando mi tirò fuori da Safeport...e non posso fare a meno di chiedermi se non fosse, in realtà, un percorso che entrambi avevamo da compiere per permetterci di arrivare sin qui. In questo momento. 
A ciò che ci lega.

Sto ancora cercando di capire se è maggiore il mio desiderio di tirare il collo a Zoya per ciò che ha fatto, di scuoterla per cercare di capire come abbia potuto essere così crudele... oppure quello di ringraziarla per averlo posto in una situazione tale da fargli provare esattamente ciò che ho provato io, quando l'ho trovato insieme a quella donna.

Non lo avevo mai visto così.
Furioso. Al punto tale da minacciala fisicamente lì, allo Spazioporto, in mezzo agli occhi di tutti i curiosi pronti a cibarsi dell'ennesima rissa, con maggior gusto data la partecipazione dell'Head.
E' riuscito a trattenersi, ma non oso immaginare a cosa accadrà nel momento in cui se la ritroverà davanti nella quiete della palestra.

E lì, davanti a tutti, mi ha baciata. Mi ha presa per mano e mi ha portato via, senza altre parole.
L'ho seguito, senza una parola. 
Non avevo bisogno di chiedere nulla. Mi era stato sufficiente guardarlo negli occhi, e sentire il gusto eloquente del suo bacio. Il battito furioso del suo cuore.

Quando ci siamo ritrovati soli, è stato in silenzio a lungo. Ed io con Lui.
Per dargli il tempo di placarsi, e trovare le parole. 



"Sono un coglione....su questo aveva ragione..."

"Lo sei?..."


" Ma questo non mi impedirà di spaccarle la faccia. "


"Mi dispiace. Non avrebbe dovuto farlo."


"Non dispiacerti."......... "Ti ha baciata?"

Lo chiede con tono solenne, arrochito dalla tensione. Lo guardo, e non posso fare a meno di amarlo di più, mentre gli offro i miei occhi. La mia sincerità.

"No. Solo un bacio sulla guancia.  Immagino volesse farti credere qualcosa di diverso....Ma ti assicuro che se lo avesse fatto sul serio avrebbero sentito lo schiaffo anche al Bazaar."

Lui mi guarda, e nei suoi occhi leggo una disperazione nuova, che filtra nella voce  così bassa che persino nel silenzio fatico a sentirla.

"Se avesse fatto sul serio...se lo avesse fatto davvero...sarei stato capace di ucciderla. ....  Non...non sopporto l'idea di saperti con qualcun altro. "


Vorrei dirgli che lo capisco benissimo. Che ho provato la stessa cosa. Ma taccio, non credo di averne bisogno. Tutto quello che posso fare è guardarlo negli occhi, e rassicurarlo riguardo a qualcosa che dovrebbe già sapere.

"Io ho solo Te. ....Solo Te."


"Ti amo, Melie."



mercoledì 15 agosto 2012

Le Slap

Sto perdendo il conto dei giorni, delle ore, dei minuti.
Mi manca come l'aria, mi manca nella carne, mi manca così profondamente che per quanto mi sforzi non riesco ancora a mangiare. Non riesco a liberarmi dalla morsa che mi stringe lo stomaco da quella sera.

Sento la sua voce. La sua noncuranza nei confronti del pericolo che gli pende sul capo. La noncuranza nei confronti della sua vita.
Sento di nuovo il mio dolore. Il terrore lancinante di perderlo. Di perdere anche lui. Sofferenza bruciante che scava nelle viscere.

Chiudo gli occhi, e la prima cosa che vedo è la mia mano che cala sonora sulla sua guancia. Lo schiocco dello schiaffo, il suo viso che si gira e poi i suoi occhi algidi, dilatati e colmi di stupore e silenzio, su di me.
Per quanto siamo rimasti a guardarci in quel silenzio roboante, entrambi sbalorditi dal mio stesso gesto?

Ne sento ancora l'eco, mi rimbomba nelle orecchie più tumultuosa del battito del mio cuore e del suo, impazziti insieme e così perfettamente decifrabili se solo avesse avuto il coraggio di dirmi la verità.

Mi ha mentito guardandomi negli occhi, plasmando parole smentite dal suo sguardo urlante alla menzogna. Mi ha mentito ed io lo so, lo sento nell'anima, lo sento nelle viscere, l'ho visto nei suoi occhi,  l'ho sentito nel modo in cui mi ha baciato, in cui mi ha tenuto stretta e poi è rimasto lì a guardarmi uscire da quell'ufficio, spezzata dalle sue stesse bugie.

Ancora non riesco a credere di avergli riversato addosso quel fiume di parole inarrestabile. Di avergli detto tutto. Di essermi aperta e scoperta in quel modo.

Vederlo con quella donna mi ha sconvolto. Questa è la verità. Ha squarciato qualsiasi dubbio io ancora tenessi dentro di me, mi ha aperto gli occhi e non mi è più stato possibile mentire a lui o a me stessa.

Mi ha chiesto di perdonarlo per ciò che ho visto.
In verità sono quasi felice che sia accaduto. Almeno, adesso, posso dare un nome a ciò che sento.
Almeno, adesso, Lui sa come lo so io.

E mi ritrovo qui, da sola, a fissare un letto vuoto e le mie braccia senza di Lui, tenuto a distanza dalle sue paure.
Lo avrà capito, che continuerò ad aspettarlo?

Ma non mi accontenterò. Non più.